La penna e il martello, la nuova rubrica di Global Project sulla letteratura working class e operaia

Gli articoli usciranno ogni terzo venerdì del mese.

19 / 4 / 2024

Nell’era della letteratura di genere patinata e di chi fa spettacolo e si improvvisa scrittore il mercato editoriale ha smesso di stupirsi. Il copione lo conosciamo tutti: la possibilità di vendere è direttamente proporzionale alla pubblicità che riesci a farti. Chi ha più voglia di sorprendersi? 

Questa serie vuole riproporre testi e stilemi della letteratura sulla classe lavoratrice, rispettando al contempo la varietà e l’etereogeneità del soggetto operaio. Verranno di seguito riproposti alcuni testi provenienti dal mondo della letteratura working class e non solo. L’obbiettivo è semplice: ripercorrere il mondo del lavoro dal punto di vista dei mutamenti sociali e antropologici che lo hanno contraddistinto per dar voce a chi ne ha avuta meno degli altri. 

Il protagonista di questa storia non è solo l’operaio o l’operaia. Ci chiediamo sovente che fine ha fatto quella massa informe così impressa nella memoria collettiva della storia politica e movimentista italiana. Per molti di noi può sembrare un anacronismo parlare ancora di classe operaia, di proletariato. Ci riporta a quel linguaggio spesso astruso tipico di certe aree politiche che fanno fatica a consegnare l’esperienza del socialismo reale alla storia. 

La realtà di fabbrica diventa così esercizio di folklore. Ci siappella alla fabbrica per resuscitare un sentimento arcaico. Per ricalcare un’estetica industrial tanto in voga. Per spingere una certa agenda politica. Ci provano un po' tutti. L’intellighenzia prova a cooptare la fabbrica, lo fanno in qualche modo i partiti, i sindacati e per certi versi anche i movimenti. Recuperare la retorica del lavoro e della “classe” serve a garantirsi ancora una certa legittimazione politica, a sinistra quanto a destra. 

È proprio perché le cose sono molto più complesse di così e i cambiamenti non bussano alla porta di ingresso che è necessario ripercorrere la storia di quella letteratura che ha preteso di riportare la cultura proprio lì dove si forma. Dickensen provò a riportare la dimensione culturale laddove si crea, all’interno della povertà e dell’indigenza. Balzac, Zola, i naturalisti, i realisti. Il tentativo di includere le classi popolari nel mondo letterario, sia in occidente che nelle loro colonie. 

Passare in rassegna la storia scoprendo che non è solo e unicamente quella della nobiltà, dei condottieri, delle grandi guerre tra imperi prima e tra Stati nazione poi. Ma è la storia delle rivolte, del progresso, del tentativo arcaico e così umano verso il ribaltamento dell’ordine costituito.  In epoca contemporanea, la letteratura ha provato a segnare il passo di questi importanti cambiamenti. Proveremo a ripercorrerli analizzando il alcune opere selezionate di chi è riuscito a esser, in qualche misura, avanguardia di questi rinnovamenti.

Immagina di copertina: progetto grafico di Siria Toccafondi.