Parigi: voci dall'occupazione di Sciences Po per la Palestina

L’università simbolo di Parigi occupata per chiedere lo stop dei finanziamenti ad Israele. Un collettivo ebreo antisionista: “I sionisti devono smettere di strumentalizzare l’antisemitismo. La lotta per il popolo palestinese incarna tutti i valori della cultura ebraica”.

27 / 4 / 2024

Venerdì 26 aprile, il prestigioso istituto di studi politici a Parigi è stato sede di un’occupazione che ha coinvolto migliaia di persone, riunite per manifestare il loro sostegno al popolo palestinese.

L’occupazione in realtà ha avuto inizio la sera del 25, quando gli studenti del collettivo Comité Palestine Sciences Po hanno fatto irruzione in università pretendendo che l’amministrazione prendesse azioni concrete per mettere fine alla complicità universitaria con il genocidio in corso a Gaza. Durante la giornata del 26 sempre più persone sono accorse per portare sostegno all’occupazione e agli studenti del collettivo, molti dei quali sono stati minacciati dalla direzione di essere espulsi o sospesi dall’Università.

Parigi Occupazione Sciences Po

Il rischio per alcuni di loro è molto elevato in quanto potrebbero essere deportati nelle loro nazioni di provenienza senza il diritto a studiare nell’università, ragion per cui alcuni hanno dovuto abbandonare l’occupazione, tingendosi i palmi delle mani di rosso come un gesto simbolico. “Abbiamo paura, tanta paura, ma abbiamo anche paura di macchiarci le mani di sangue. Resteremo qui e non ci muoveremo, per gli studenti di Gaza che hanno perso le loro scuole e le loro vite” hanno dichiarato gli studenti che sono rimasti.

Un corteo sionista, guidato dai membri del collettivo Nous Vivrons, è arrivato all’occupazione gridando “liberate gli ostaggi di Hamas”, facendo video ai volti dei partecipanti e sventolando bandiere israeliane. In opposizione ha preso la parola il collettivo ebreo antisionista TSEDEK!, per rimarcare come la causa palestinese sia portatrice di tutti i valori della cultura ebraica, e come tutti i membri del collettivo fossero sempre stati accolti a braccia aperte dai loro compagni, indipendentemente dalla loro fede o etnia.

A scapito delle dichiarazioni del collettivo, la polizia è arrivata all’occupazione con la scusa di proteggere Nous Vivrons da possibili attacchi, nonostante gli studenti dell’occupazione avessero detto molte volte che non avrebbero risposto alla provocazione, in quanto “il nostro movimento è amore, amore vero”.

Parigi Occupazione Sciences Po

Verso mezzogiorno gli studenti hanno iniziato a togliere le barricate costruite la sera prima, rimuovendo il blocco dell’università e invitando i manifestanti che stavano all’esterno ad entrare, ma l’amministrazione ha negato l’accesso all’interno; la polizia ha inoltre bloccato gli accessi alle vie, vietando ogni entrata o uscita dall’occupazione. I partecipanti si sono quindi seduti nella strada per varie ore, intonando cori in sostegno al popolo palestinese, ascoltando canzoni della causa palestinese e persino suonandole dal vivo, grazie alla presenza di un’orchestra studentesca antifascista giunta all’occupazione. Cibo, succhi, mascherine e gocce per gli occhi venivano distribuiti regolarmente; un abitante della via ha inoltre aperto la porta di casa per chi avesse avuto bisogno di usufruire dei servizi: “Vi chiamano criminali, io dico che state semplicemente mettendo in pratica quello che imparate, aldilà delle opinioni personali sulla questione. Come ci si può aspettare che degli studenti di Scienze Politiche rimangano inermi quando la loro opinione politica differisce da quella di chi li comanda?”.

Parigi Occupazione Sciences Po

Parigi Occupazione Sciences Po

Sono arrivate anche alcune personalità politiche noti per supportare la manifestazione, tra cui dei deputati di France Insoumise, che hanno dichiarato: “Gli studenti che stanno partecipando all’occupazione sono lo spirito stesso della Repubblica francese. È questo stesso spirito che ha animato la rivoluzione grazie alla quale ora abbiamo una democrazia. La nostra costituzione dichiara che la Francia è amica dei popoli liberi, per questo noi siamo amici del popolo palestinese!”.

Verso le 8 di sera la polizia ha cominciato ad avvisare che avrebbe attaccato, ma i manifestanti sono rimasti seduti, stringendosi fra loro ed intonando insieme il coro “noi restiamo qui, non ci muoveremo”. Alla notizia che la maggioranza dei media presenti stavano rimarcando l’incredibile repressione poliziesca, le forze dell’ordine sono rimaste in attesa di ulteriori ordini.

Alle 9, dopo una giornata intera di negoziazione, le finestre si sono aperte ed è arrivata la notizia: “Polizia, vi chiediamo di aspettare altri 3 minuti prima di attaccare! Volevamo avvisare che finalmente, dopo varie ore di discussione, per la prima volta nella storia della Francia la Sciences Po ha accettato di dare inizio ad un’indagine sugli accordi con le università israeliane. Questo è avvenuto solo grazie alla lotta instancabile di tutte le persone che sono qui da questa mattina senza mai muoversi. È una prima vittoria, ma non ci fermeremo finché l’Università non prenderà una posizione decisa rispetto al genocidio che sta avvenendo.”

In seguito, gli studenti sono usciti dalla porta sventolando una bandiera palestinese, fra le urla di gioia della folla che intonava cori e alzava i pugni in segno di vittoria. La polizia ha allora scortato il corteo verso la metro, dove i partecipanti sono stati liberi di tornare a casa.

Come rimarcato da molti interventi, Sciences Po è un simbolo per i francesi: un simbolo del lusso e della borghesia parigina, ma anche di lotta contro l’oppressione. Questa prima occupazione ha dimostrato che gli studenti hanno il potere di cambiare le cose, riportando quasi la stessa aria che si respirava durante le proteste studentesche del 1968. Le università hanno il compito di formare individui critici del loro presente, che sappiano agire per cambiare il mondo che li circonda: per questo nell’ultimo periodo si è vista la nascita di molti collettivi universitari che hanno preso posizione contro il genocidio in ogni parte del mondo. Questa generazione sta esprimendo la rabbia con cui è stata costretta a crescere, gli studenti non accettano più che il loro governo finanzi un altro Olocausto mentre afferma di non avere i soldi per pagare la sanità pubblica o l’istruzione. Una nuova onda di solidarietà internazionale si sta alzando, e Gaza la proteggerà.

Parigi Occupazione Sciences Po

Un cartello legge “SciencesPo, chiamerai la polizia o condannerai il genocidio?

Parigi Occupazione Sciences Po

Parigi Occupazione Sciences PoFra la folla, una persona tiene in mano un cartello con su scritto “Ebrei contro il genocidio”

Parigi occupazione Sciences PoI manifestanti osservano un minuto di silenzio, mostrando il segno di vittoria, per ricordare i 40.000 palestinesi uccisi a Gaza, di cui 15.000 bambini.